lunedì 16 agosto 2010

IL DIO PAN


Il dio Pan è una divinità ellenica, parte uomo e parte capra, che il mito vuole figlio di Zeus e della ninfa Callisto, mentre un’altra versione lo vuole figlio di Penelope e di tutti i suoi pretendenti, con cui avrebbe avuto rapporti durante l’attesa del marito. s

Secondo Omero, infine, la versione più accreditata: nato dall’unione di Hermes e della ninfa Driope, ninfa della quercia; la madre lo abbandonò subito dopo la nascita poiché il suo aspetto era talmente brutto che ne rimase terrorizzata; Hermes allora lo raccolse e, dopo averlo avvolto in una pelle di lepre, lo portò sull’Olimpo per far divertire gli dei, causando così l’ilarità di Dionisio, che lo accolse nel suo seguito.



È raffigurato con gambe e corna caprine, con zampe irsute e zoccoli, mentre il busto è umano, con due corna in fronte, il naso schiacciato, il volto ornato da una barba caprina e dotato di un’espressione terribile, a dispetto della quale Pan è un dio gioviale e generoso, sempre pronto ad aiutare quanti chiedono il suo aiuto.



Dio solitario, non risiede sull’Olimpo ma vive specialmente nei boschi e con la sua voce spaventosa incute in chi ode una grande paura, che da Pan prende appunto il nome di timor panico.

Racconta Plutarco che sotto il regno di Tiberio, un vascello romano si trovò a passare nei paraggi di un’isola del mar Egeo, quando il vento cessò improvvisamente e nel silenzio si udì una voce gridare: "Il Grande Pan è morto". A quella notizia da ogni parte dell’isola scoppiarono pianti, gemiti e singhiozzi di cui non si seppe mai la provenienza.

Pausania scrive che i Galli, saccheggiando la Grecia, videro nel tempio di Delfo la statua del dio Pan, e ne furono talmente spaventati che fuggirono.

Un altro tratto caratteristico di Pan è che non sopportava di essere disturbato durante il suo riposo pomeridiano, e se ciò accadeva emetteva urla terrificanti che scatenavano appunto il timor panico.



Il nome Pan sembra derivare dal greco "paein" (pascolare): in Grecia la sua provenienza era l’Arcadia, dove possedeva le greggi che pascolava, pur essendo un dio vagabondo senza una dimora specifica; pertanto è il dio dei campi, delle selve e dei pascoli (specialmente nell’ora meridiana), e più in generale della pastorizia ma presiede anche alla sessualità, che in lui ha una connotazione nettamente maggiore che presso gli altri dèi: sempre a caccia di ninfe, ma amava tranquillamente anche uomini, come il pastore Dafni cui insegnò a suonare il flauto; i racconti che lo legano alle ninfe ed alle loro eventuali trasformazioni per sfuggirgli sono molteplici, il più famoso riguarda la Ninfa Siringa.

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